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Ho aspettato a scrivere per poter essere pacato e obiettivo, cerco di farlo sempre. I fatti iniziali parlano di violenze psicologiche e (forse anche fisiche) nei confronti di ginnaste di altissimo livello presso l’accademia internazionale di Desio.

Quello che vado qui a fare è analizzare dal punto di vista del management sportivo e del marketing/comunicazione le cose che sono state riportate dai giornali e che devono servire al sistema sportivo italiano nel suo complesso come esempio da non replicare. Una critica che vuole essere costruttiva per tutti e che riguarda esclusivamente i fatti accaduti nei primi giorni, non quanto nelle settimane successive si è sviluppato e che ha certamente risvolti più positivi.

L’origine di tutti i mali è la necessaria magrezza delle atlete, che diventa eccessiva, nei molti casi appurati. Questo problema non è certamente solo nazionale è si può limitare facilmente creando una norma ad hoc nel quale le atleta la cui massa corporea sia minore ad una determinata misura siano squalificate dalla gara. Non viene fatta a livello internazionale? La Federginnastica può inserirla per le gare nazionali e juniores; è nelle sue competenze e sarebbe un ottimo messaggio di reale cambiamento.

Il passo successivo è la selezione del personale, ovvero le istruttrici, ma risulta davvero credibile dire che non si sapevano i metodi di queste persone? Come sono state selezionate? Tutte le realtà sportive di livello selezionano le proprie componenti sapendo bene chi siano e non solo guardando eventuali palmares personali di successo. Risulta davvero poco credibile dal punto di vista comunicativo, sarebbe stato più opportuno comunicare un’analisi interna delle modalità di inserimento a ruolo delle istruttrici capendo anche eventuali responsabilità del personale preposto alla selezione.

In ultimo va analizzato anche l’annuncio della creazione di un corso, da tenersi a gennaio 2023, che dovrebbe cambiare il modo di fare delle allenatrici; chi non partecipa rischierebbe di perdere il tesseramento federale. Mi aspetto. e spero, in un percorso che non duri poche ore, ma che accompagni le allenatrici durante tutto l’arco dell’anno 2023. Da docente e formatore so perfettamente che la mentalità non può cambiarsi in poche ore di studio frontale, ma con un mentoring che monitori approfonditamente l’avanzamento del lavoro iniziato. In caso contrario siamo davanti ad azioni che non mirano ad un reale cambiamento, ma che voglio semplicemente acquietare l’opinione pubblica. La comunicazione in questo senso sarebbe dovuta essere differente, così come sui social networks non si è mai fatto cenno a quanto veniva detto sui giornali, nessuna condanna di questo tipo di pratica vessatorie. Anche in questo senso ci sono molti errori da non ripetere.