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Leggete spesso qui le storture e le critiche che faccio al mondo dello sport, mi è parso corretto riepilogare quelle che sono le attività corrette da intraprendere all’interno di una realtà sportiva per essere definita virtuosa. Perchè se è corretto criticare cosa non va, è anche giusto proporre una alternativa.

La società sportiva deve basarsi sui valori sportivi e umani. Tutti gli sport hanno valori intrinsechi e possono, partendo da essi, aumentare il proprio potenziale di attrazione; non solo, avendo i valori al centro non tutto si baserà sul risultato sportivo e questo porterà maggiore soddisfazione ai praticanti e permetterà di avere anche un impatto educativo non solo all’interno della squadra, ma anche verso tutti gli stakeholders.

Il management deve essere professionale e formato. Anche se si è fatto sempre in modo amatoriale fino ad oggi, non significa che la strada giusta sia ancora quella. Un manager professionale non è detto che sia un professionista, può essere anche un dirigente per passione, ma la differenza e nel modo in cui opera all’interno della struttura. Le realtà sportive, anche se piccole, sono ormai da considerarsi delle aziende e devono essere gestite in tal modo. Se non si hanno le competenze o si acquisiscono con corsi formativi o si chiamano professionisti che vadano a supporto della struttura. Tirare a campare in altre maniere porta solo ad una serie di problemi in futuro.

Il marketing va fatto diventare parte integrante dell’attività ordinaria. Non puoi lamentarti di pochi sponsor e calo di iscrizioni e pensare di fare come sempre. Il marketing va strutturato, organizzato, programmato. Consulenti e professionisti del settore possono aiutarti a migliorare nel tempo. Non hanno formule magiche, ma strategie pluriennali che portano a risultati migliori. Non sono un costo in più, ma un investimento che, a differenza dei giocatori, lascia sempre qualcosa di positivo per la società sportiva, se così non è allora hai scelto qualcuno che non è professionista e forse questo è anche dovuto alla mancanza di comprensione di cosa sia il marketing e che non è solo ricerca sponsor.

La sostenibilità come marcia in più. Ormai ne parlano tutti, la fanno tutti. Lo sport sembra non prendersi carico di questa nuova richiesta della società civile. Siamo quelli dei valori e molti dei principi di sostenibilità già li stiamo attuando, solo che non sapendone nulla, spesso non mettiamo in luce quanto già in essere al nostro interno. In questo il marketing può aiutare anche a mettere in luce quanto di positivo si stia facendo e, con una corretta comunicazione interna, dare anche maggiore consapevolezza.

Il digitale come sfida educativa in più. Realtà virtuale, Esport, social networks sono tutte parole e cose che entrano nella quotidianità, specie dei più giovani. Come parte di una società più ampia, come educatori delle giovani generazioni non possiamo sottrarci a questa sfida nuova. Mettiamo quindi i valori al centro, sempre loro sono la chiave vincente per lo sport. I benefici che lo sport ha sul fisico e sulla psiche umana non possono arrivare dalle attività digitali, è un dato medico ormai dato per certo; dobbiamo quindi utilizzare con astuzia e fantasia per portare dal digitale al reale, dalla pratica intrattenimenti detenuti da aziende private a attività sportive aperte a tutti. Donare libertà. Dobbiamo anche dare consapevolezza educando i giovani a comprendere il valore dei propri dati, della privacy e dell’uso non di tutti i social ma solo di quelli sicuri e avendo un comportamento online da vero sportivo (senza violenza verbale o discriminazione).