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Tra le varie novità venute fuori a Parigi, c’è la già anticipata creazione degli Olympic e-sport Games che si terranno per i prossimi 12 anni in Arabia Saudita, all’interno del progetto Vision2030 che prevede anche lo sport-washing, come lo stesso principe Bin Salman ha detto in una intervista.

Ma andiamo a leggere la documentazione ufficiale per trarre le conclusioni corrette e capire se DAVVERO gli E-sport sono stati riconosciuti come sport e se le Olympic e-sports Games sono davvero olimpiadi o altro.

Nel documento parigino del CIO si legge :” In seguito alla decisione odierna, inizieranno immediatamente i lavori per selezionare la città e la sede per l’edizione inaugurale degli Olympic Esports Games, la tempistica specifica dell’evento, i titoli da includere, il processo di qualificazione per i giocatori e ulteriori dettagli.“. Ad oggi quindi non sappiamo ogni quanto verrà organizzato questo evento. Non è un particolare da poco. Le olimpiadi sono un evento, ma anche un tempo standard di 4 anni. Il fatto che non si dica già che le edizioni in Arabia sono 3, sapendo infatti che per 12 anni si fanno in terra saudita il calcolo sarebbe elementare, ma ci si prende tempo per deciderne la cadenza, beh ci dice che forse non è un olimpiade vera e propria e su questo ci si sta ancora pensando. C’è poi la dicitura “ulteriori dettagli” non sappiamo infatti ancora nè se verranno date medaglie olimpiche con relativo podio o premi in denaro come succede nelle normali gare esport. Il CIO, infatti, non premia in denaro gli atleti, cosa non scontata per i gamers; non sappiamo neanche come sarà dichiarato il vincitore dei singoli videogiochi, differenza non da poco. Un conto è essere campione di un gioco agli Olympic e-sport Games, un conto potersi chiamare olimpionico. Fa tutta la differenza del mondo. Ma anche su questo non ci è stato detto nulla.

Su questo ho sentito alcune trasmissioni in cui persone del mondo e-sport italiano dicono molte cose non corrette, ed è un peccato dare già per scontato qualcosa su cui non abbiamo indicazioni di sorta. Fake news pure e semplici che certo non giocano a favore sia delle persone in questione che del mondo e-sport nel suo complesso.

Andando avanti nel documento CIO troviamo questa frase: ” Allo stesso tempo, il CIO creerà una nuova struttura dedicata all’interno della sua organizzazione, chiaramente separata dal modello organizzativo e finanziario dei Giochi Olimpici. Per affrontare la natura specifica degli Olympic Esports Games, il CIO adotterà anche un approccio diverso per quanto riguarda il finanziamento e l’organizzazione di questi Giochi. ” Non è cosa da poco. Significa, lo ribadisco, che non si considerano in tutto e per tutto giochi olimpici. Il mondo digitale è gestito separatamente dal mondo dello sport vero e proprio.

La dichiarazione poi si chiude dicendo che: ” Il CIO ha sottolineato che le Federazioni Internazionali già impegnate in una versione elettronica del loro sport che è considerata per l’inclusione negli Olympic Esports Games saranno i primi partner di riferimento del CIO. Lo stesso varrà per i Comitati Olimpici Nazionali che includono già gli eSport nelle loro attività. ” Questa affermazione ci porta a comprendere le mosse attuate dal CONI.

Il nostro comitato olimpico nazionale ha infatti recentemente istituito come Associazione Benemerita la FIES (federazione italiana degli e-sport), cosa questo implichi l’ho già detto qui, ma cosa è importante anche comprendere a livello economico questo cosa comporta. Il CONI infatti non può finanziare l’attività ordinaria di una Associazione Benemerita, per tanto la FIES non è considerabile una federazione sportiva a tutti gli effetti, il regolamento CONI per le Associazioni Benemerite all’art.5 afferma che: ” 1. La Giunta Nazionale può concedere contributi finalizzati a favore delle Associazioni Benemerite riconosciute per la realizzazione di Progetti relativi ad attività e iniziative di rilevanza sociale le quali abbiano lo scopo di: a) promuovere e diffondere i valori dello sport; b) effettuare o sostenere la formazione e la ricerca in materia di sport e dei relativi profili sociali, giuridici ed economici. 2. Le attività e le iniziative il cui svolgimento rientri nell’ambito dell’ordinario funzionamento dell’Associazione Benemerita richiedente non sono considerate Progetti ai sensi del presente Regolamento e in ogni caso non possono essere oggetto della concessione di contributi.

Questo ha una implicazione non da poco perchè la promozione delle discipline è competenza ordinaria delle federazioni sportive e di conseguenza la promozione della pratica dei videogiochi non può essere finanziata dal CONI. Quanto fatto da CONI sembra essere una intelligente manovra per arginare le richieste del mondo E-sport da una parte, ed entrare nell’organizzazione degli eventi CIO del mondo dei videogiochi. Di certo siamo davanti ad una frapposizione tra fazioni: quelli che considerano gli e-sport come sport e quelli che la pensano all’opposto. Le decisioni che ne derivano sono epocali e lo si capisce anche dal commiato del presidente CIO che al termine delle olimpiadi di Parigi 2024, in vista delle prossime elezioni, ha detto:

Tuttavia, ciò che sarà molto diverso sono le opportunità e le sfide per lo sport nella rivoluzione digitale.
Ciò che abbiamo fatto a questo proposito in relazione all’impegno digitale,
con la nostra Agenda olimpica dell’intelligenza artificiale, con la creazione degli Olympic E-sport Games è stato proattivo, è stato all’altezza del nostro mantra “cambiare o essere cambiati”.
Ma questo è solo l’inizio.
inizio. Per implementare efficacemente tutti questi progetti, per affrontare lo tsunami tecnologico di scienze convergenti come l’IA, la biochimica e le neuroscienze, è necessario essere immersi in questo mondo digitale.
È necessario partecipare realmente a questo mondo digitale.
È necessario avere una profonda comprensione di questi nuovi modi di pensare e comunicare.
Altrimenti non potrete navigare in sicurezza sulla nave del Movimento Olimpico attraverso le onde alte di questo tsunami.
Per questo nuovo modo di vivere io, con la mia età, non sono il miglior capitano

Sono parole drammatiche, per certi versi, ma anche estremamente responsabili. Ci si accorge di non avere le capacità, si fa un passo indietro. Si riconosce il fatto che quello che abbiamo davanti è uno tsunami tecnologico capace di travolgere, se non governato, lo sport e i suoi valori. Si comprende che per dire e decidere qualcosa su questo argomento sia necessaria formazione approfondita e spirito critico. No, l’entusiasmo per la tecnologia tout-court non serve e anzi è il pericolo principale.

Spero con questa ulteriore riflessione sul tema di aver chiarito, con documenti presi direttamente alla fonte, cosa stia accadendo realmente e non interpretazioni faziose. Di come il pericolo della tecnologia, di cui gli E-sport fanno parte, siano un potenziale pericolo per lo sport e i suoi valori nel loro complesso e da cui guardarsi per utilizzarli solo come strumenti e non come fine, ma questo chi mi legge spesso lo sa già.